
Guida Al Sigaro
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CENNI STORICI
1492 Cristoforo Colombo scopre ……il tabacco La conoscenza del sigaro e del tabacco, per noi Europei, risale infatti alla scoperta dell’america da parte del famoso navigatore genovese. Fu proprio quella la prima volta che il famoso navigatore vide degli indigeni fumare delle foglie arrotolate. La curiosità e l’interesse fu tale che, alla sua seconda spedizione portò quelle strane foglie in Europa chiamandole tabacco. Anche in Messico, presso le necropoli delle tribù Maya, sono stati ritrovati dei disegni che raffiguravano alcuni indio che fumavano anche loro delle foglie dentro a delle canne, come se fossero pipe. Negl’anni l’uso del tabacco si è diffuso in tutto il mondo, con modalità ed usi diversi. Il suo uso è diventato, nel tempo, parte integrante nelle abitudini di ogni popolo e inscindibile della propria cultura.
FORME E MISURE
Quante forme e misure, tutti sigari? I più piccoli si chiamano sigaretti, ed hanno una dimensione che ricorda la sigaretta. Sono prodotti a macchina, possono essere aromatizzati o naturali, con filtro o senza, alle volte la foglia esterna è in HTL, un impasto di tabacco che viene stirato a carta per facilitare l’arrotolamento del macinato che ne compone il ripieno. I Sigari possono avere varie misure, tutte descritte con uno specifico nome che ne rivela inconfondibilmente le misure e la forma. Senoritas, Corona, Robusto Churcill, sono solo alcuni dei formati, non entriamo nella descrizione di tutti, sarebbe un argomento alquanto esteso. Essi possono essere fatti con un ripieno di foglie a taglio corto: short filler, taglio medio: medium filler, o con foglie intere: long filler, i primi due possono essere fatti a macchina, o a mano. I sigari più famosi si chiamano premium è sono costruiti totalmente a mano con foglie intere, essi sono costituiti da un ripieno (tripa) che forma la miscela composta da tre o quattro tipi di foglie per dare maggiore gusto alla fumata. La sotto fascia (capote) che lega il ripieno, questa foglia viene coltivata in terreni ricchi di fosfati, e serve solo per legare il ripieno e per dare una combustione regolare. La foglia esterna (capa) da eleganza al sigaro, è il suo “biglietto da visita”, dalla foglia esterna capiremo se il “torceador“ ci vuole segnalare un sigaro forte o leggero. Foglia scura = gusto forte; foglia di colore marrone = media forza; foglia di colore beige chiaro = leggero.
I SIGARI NEL MONDO
Italiani, Olandesi, Dominicani, Cubani, Honduregni, e Nicaraguensi Il consumo del tabacco si è adattato al gusto ed al modo d’uso dei vari popoli nel mondo. Parlando dei sigari, essi hanno assunto una tipica connotazione a seconda del paese di fabbricazione che li rendono diversi tra loro, dandoci così la curiosità ed il piacere, nel provarli, di immaginare il carattere del luogo e delle genti che lo hanno prodotto. I Sigari Italiani, Olandesi, Dominicani, Cubani, Honduregni, e Nicaraguensi, hanno quindi caratteristiche ben diverse tra loro, ma sono molto simili tra quelli prodotti nello stesso stato. Un classico esempio è il nostro sigaro Toscano, che rimane unico ed inimitabile, come per altro i Cubani, con la loro fragranza molto personale.
TAGLIO E ….
La maggior parte dei sigari fatti a macchina sono già spuntati, hanno cioè la parte del sigaro che si poggia sulle labbra (chiamata testa) già tagliata per far passare l’aria e quindi il fumo. I sigari premium hanno la testa rigorosamente chiusa con una foglia di tabacco ritagliata appositamente che l’avvolge (chiamato capa), essa da robustezza ed evita che si apra sotto la pressione delle labbra. Questa parte va spuntata, o forata, sono molti gli accessori in commercio per tale operazione. Lame, ghigliottine, forbici, oppure fora sigari di vari diametri per questa importante operazione.
…. FUOCO
Una volta spuntato il sigaro, siamo pronti ad accenderlo, anzi a farlo accendere. L’accensione è un momento importante, quasi un rituale magico, prendiamo il sigaro tra indice e pollice di una mano e con l’altra avviciniamo una fiamma al suo piede (la parte opposta alla testa), basta far lambire la parte alta della fiamma sulla parte esterna del piede che esso comincerà ad accendersi, fino a quando il piede non sarà tutto acceso non dovremmo aspirare, ecco perché é più giusto dire che non siamo noi ad accendere il sigaro, ma è lui che si accende. Le boccate saranno brevi, di moderata forza, il fumo girerà per il palato e le papille gustative prima di essere espulso. In base alla grandezza del sigaro si potrà prevedere il tempo della fumata, questa considerazione è importante per poter fumare ogni sigaro nel giusto tempo. Un sigaro fumato frettolosamente tende a scaldarsi troppo con la conseguenza di ammorbidirsi e poi verso la fine ad inacidirsi. Fumato troppo lentamente, tenderà a spegnersi, costringendoci a ripetute accensioni che faranno cambiare, in peggio, il suo gusto.
CONSERVAZIONE
Un argomento molto importante è la conservazione del sigaro. Un sigaro dopo essere costruito, ma prima di essere posto in vendita, viene fatto stagionare in appositi ambienti con temperatura ed umidità controllata per un periodo che varia dai sei mesi ad un anno, questa cura permette al sigaro di amalgamare il gusto della miscela rendendola più morbida, meno aspra e spigolosa. Dalla fabbrica esso passa all’importatore / distributore, anch’esso munito di ambienti climatizzati per continuare, ove necessitasse, la maturazione di alcuni sigari. Anche i negozi, quelli specializzati, sono forniti di vetrine umidificate per non interrompere questa catena di conservazione, importantissima per mantenere le qualità organolettiche dei sigari.
HUMIDOR
La corretta conservazione del sigaro dopo l’acquisto è un argomento estremamente importante che coinvolge tutti gli estimatori. Il sigaro umido lo si riconosce al tatto, esso si presenta morbido, la foglia esterna lucida ben distesa, elastica, le foglie strette nel suo interno, avranno lo spazio necessario per far passare l’aria e quindi il fumo. Un sigaro secco è invece molto stretto su se stesso e spesso ha problemi di tiraggio, il suo gusto sarà più forte e meno aromatico, la temperatura del fumo più caldo, i sapori più poveri, e tenderà a pizzicare la lingua ed il palato. Per la buona conservazione dei sigari esiste l’Humidor: una elegante cassetta in pregiato legno che mantiene costante al suo intero una certa quantità di umidità . Ogni fabbricante consiglia per i propri sigari il tasso di umidità ed il tipo di legno per l’humidor. Questo rappresenta la cantina, il posto dove un sigaro può stare a dimora e migliorare la sua condizione anche per lungo tempo, ma per questo occorre prepararlo soprattutto quando è nuovo. Ogni Humidor è previsto di sistemi per mantenere l’umidità al suo interno, i più diffusi sono delle spugnette che contengono acqua. E’ consigliabile per la prima volta bagnare più volte con una spugna i legni dell’interno della scatola e lasciare il coperchio chiuso per almeno un giorno. A questo punto l’umidità della scatola dovrebbe raggiungere un valore superiore, circa 75 – 80 %, per regolare la percentuale su i valori desiderati, basterà lasciare il coperchio socchiuso al fine di far uscire l’umidità in eccesso, solo allora si potranno riporre i sigari. Basterà controllare l’igrometro di tanto in tanto e non fare mai mancare l’acqua nelle spugnette per mantenere le condizioni desiderate. Ricordiamo che il miglior sistema per riconoscere l’umidità dei sigari è riuscirlo a capire dalla loro morbidezza fidandosi del proprio tatto.